Il decreto, approvato venerdì scorso dal Consiglio dei Ministri per correggere il Decreto Sostegni ter, prevede che il tecnico abilitato che, nelle asseverazioni, espone informazioni false o omette di riferire informazioni rilevanti sui requisiti tecnici del progetto di intervento o sulla effettiva realizzazione dello stesso oppure attesta falsamente la congruità delle spese, sarà punito con la reclusione da 2 a 5 anni e con la multa da 50.000 a 100.000 euro. La pena sarà aumentata se il fatto è commesso al fine di conseguire un ingiusto profitto per sé o per altri.
Al momento il Decreto Rilancio prevede sanzioni da 2mila a 15mila euro per ogni asseverazione infedele.
In una nota inviata al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, RPT ha sottolineato il grave rischio di creare nuovamente difficoltà insormontabili nel processo di miglioramento energetico e di messa in sicurezza degli edifici.
I professionisti tecnici, si legge nella nota, “non comprendono la necessità di un inasprimento delle sanzioni e delle modifiche al meccanismo delle asseverazioni in quanto, proprio per il Superbonus, da sempre sono previste le dichiarazioni asseverate dei tecnici abilitati e il provvedimento, stando ai dati dell’Agenzia delle Entrate, si caratterizza per una percentuale di frodi – ad oggi peraltro solo ipotizzate e presunte – pari al 3% sul totale degli importi delle opere coperte dall’incentivo statale. Inoltre non si hanno notizie, ad oggi, di responsabilità dei professionisti tecnici in proposito, né di dichiarazioni false o infedeli accertate come tali”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il commento dell’on. Mazzetti. “Come molti altri colleghi geometri e tecnici del settore edile, sono rimasta perplessa dalle pene previste per false asseverazioni nella bozza del decreto: dai 2 ai 5 anni di reclusione e multe esorbitanti. Preoccupa, inoltre, una possibile interpretazione estensiva del testo: anche un errore in buona fede, escludendo i casi di frode, potrebbe portare alla reclusione. Non solo: si chiedono assicurazioni per tutto l’ammontare dei lavori, quando i tecnici le hanno già ed è chiaramente impossibile garantire coperture assicurative tanto ampie”.